Itinerario n. 4

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Descrizione:

Cenni storici e paesaggistici Campodolio – Varana Sassi Due sono i toponimi che identificano questa frazione: Varana, ora detta Varana Sassi, dal nome romano Varus, proprietario del luogo e Campodolio, località questa, che prende forse il nome da una graminacea, il loglio che qui si coltivava come foraggiera. Il campo dell’oglio, è citato in una lettera inviata nell’Agosto del 1573 dal Podestà di Monfestino ad Ercole Contrari per segnalare che in quel luogo era avvenuta una battaglia tra uomini di Ligorzano, appartenenti alla Podesteria di Monfestino, feudo dei contrari, e gli uomini di Varana, luogo questo, appartenente all’epoca ai Signori Pio di Sassuolo. Le due località, poste a poche centinaia di metri l’una dall’altra, distano dieci chilometri dal capoluogo e circa quindici da Sassuolo. Due sono le antiche chiese: quella di Varana Sassi, risalente al XIV secolo, è dedicata ai Santi Pietro e Paolo e quella di Capodoglio, costruita negli anni 1861-1880, è dedicata alla Madonna della Ghiara o delle Grazie. Questa chiesa ha al suo interno, affissi al muro e alle colonne, una sessantina di ex voto, ossia tavolette di legno o di lamiera dipinte da modesti occasionali pittori che riuscirono ad esprimere le grazie ricevute dai vari committenti che avevano pregato e implorato la Madonna (in tutte le tavolette compare P.G.R. per grazia ricevuta). Il luogo più antico della frazione è Varana Sassi. Il Sasso, come quelli di Pompeano e Sassomorello, è di origine vulcanica sottomarina, è una Ofiolite serpentina. Sul Sasso più grande sorgeva una fortificazione con torre; ora funge da palestra per gli amanti dell’arrampicata. A Varana Sassi, per merito del locale Gruppo Naturalistico “l’Ofiolite di Varana” è stato creato un orto botanico, all’interno del quale è possibile conoscere le più importanti erbe velenose ed officinali di questa parte dell’Appennino. Le Cascate del Rio delle Borre Le Cascate del Rio delle Borre nasce a nord di Serramazzoni e precisamente nel grande bosco che dall’Hotel Pineta – Casa Mazzoni – Casa Giacomone degrada sul versante che guarda Campodolio. Nel suo percorso verso valle, il Rio forma numerose cascate che sono raggiungibili o inoltrandosi nel bosco o percorrendo la strada che a Casa Bartolacelli congiunge la via Giardini con Varana. Trecento metri oltre Casella Nuvola si raggiunge un’altra cascata; risalendo lungo il corso del Rio delle Borre, non facilmente per la folta vegetazione, è possibile ammirarne altre, ad ognuna delle quali l’esperto naturalista il sig. Termanini ha dato suggestivi nomi nel ricordo di un passato lontano. A Varana Sassi il Rio delle Borre si congiunge con il torrente Fossa che nel suo percorso verso la pianura, prima di giungere a Spezzano, lambisce il Sasso delle Streghe posto nei dintorni di Rocca S. Maria. La Via Vandelli Percorrendo la strada Serramazzoni – Sassuolo, a pochi chilometri dal capoluogo, tra i verdi boschi e i castagneti che ricoprono il versante nord di Faeto, chiamati Carbonara, è possibile percorrere a piedi un tratto di Via Randelli con l’originale selciato in sassi. Questa variante partiva da Sassuolo e salendo a Campodoglio per Carbonara, Serra dei Mazzoni, casa Ghinelli, casa Chiozza si andava a congiungere con il tratto principale di via Vandelli, che da Modena saliva lungo la Val Tiepido, passava da Riccò, S. Dalmazio, Selva, Chiozza, per poi proseguire verso San. Pellegrino e Massa Carrara. Sul territorio Serramazzonese sono stati costituiti tra il 1739 e il 1749 due tracciati della via Vandelli.